Residenzialità Leggera
Quattro appartamenti con ente titolare A.O. Niguarda Ca' Granda ente gestore Cooperativa Lotta contro l'Emarginazione, sede operativa via Felice Lacerra 124, Sesto San Giovanni MI 20099.
Il progetto di Residenzialità Leggera è definito quale spazio di stimolo per la soggettività della persona. Quest’ultima viene facilitata ed accompagnata a sperimentarsi in processi ed esperienze di autenticità, responsabilità ed autonomia, potendosi ri-vedere, quanto più possibile, cittadina attiva, e ritrovando, entro nuove cornici relazionali e materiali, la possibilità di essere libera di scegliere, di sbagliare e di riconoscere propri limiti e proprie capacità. Mediante un contesto di supporto ed all’interno di una organizzazione, che nella flessibilità e nella complessità riconosce i suoi cardini, ciascuna persona ospitata viene facilitata nella costruzione e nel disegno di un percorso su di sé e per sé.
La RL si dimostra in grado di rendere innovativa la logica del progetto individuale, integrando quegli aspetti protocollari del sistema di presa in carico (quali le modalità di ingresso e di accoglienza, gli obiettivi da perseguire identificati sulla base dei bisogni espressi e riconosciuti in itinere, l’organizzazione del quotidiano, le modalità di dimissioni e di uscita), con un approccio soggettivo, che riconosce della persona la sua storia pregressa, le sue peculiarità e le potenzialità. La definizione di contesti ad hoc si dimostra, infatti, un utile ausilio nel creare nuove possibilità in cui la persona può sperimentare nuovi e differenti modi di vivere e di percepirsi.
La cornice organizzativa della RL permette alla persona, sin dagli esordi del suo ingresso, l’acquisizione di una responsabilità che, in primis, pertiene all’adesione e al protagonismo a tuttotondo del proprio percorso. La persona viene a trovarsi all’interno di un ambiente destrutturato in grado di motivarla e sostenerla, insieme agli operatori e alle operatrici, nella costruzione di stimolanti contesti e significative relazioni (nell’appartamento, con il territorio, con i vicini di casa ed i Servizi).
Entro questo dispositivo decade l’idea di assistenzialismo e vengono ad evidenziarsi le autentiche capacità e le competenze del soggetto, i suoi reali limiti e le fragilità, a partire dalle quali l’equipe può costruire nuove opportunità educative su cui riflettere e progettare.
L’essere responsabili del proprio percorso e della propria vita socio-relazionale, attiva la persona nel dover fare delle scelte e nel prendere delle posizioni, che spesso si rivelano portatrici di ansie, ma che, tuttavia, permettono alla persona di mettere alla prova, autenticamente, la propria soggettività, sperimentando così quella libertà individuale che può comprendere, in alcune situazioni, la scelta di non scegliere.
“Ri-abilitare” nella RL ha la funzione di creare un terreno che predisponga e consenta la ri-attivazione delle risorse di cui ciascuno è portatore, attraverso la conoscenza della storia personale, pregressa ed attuale (familiare, sociale, culturale), e, dunque, mediante la sua comprensione e scoperta nella quotidianità in cui trova espressione, e nella quale può essere osservata giorno per giorno nelle ritualità, nelle routine e nelle personalizzazioni di cui si compone. La ri-appropriazione di sé diparte infatti da quei talenti e da quelle risorse residue riconosciute ed auto-riconosciute come ancora presenti, nonostante quei vincoli, i limiti e le fragilità dettate dal proprio disagio.
Il lavoro educativo, oltre alle proposte di sostegno e confronto, diviene capacità di costruire contesti esperienziali protetti, entro cui la persona possa non già assimilare semplici automatismi, ma divenire protagonista della loro scoperta e di una nuova e differente sperimentazione. E’ in questo modo che la RL diviene contesto di formazione entro cui ciascuna persona non semplicemente realizza dei passi in avanti ma possiede e acquisisce quei propri stessi passi.
Al Soggetto-persona viene, quindi, riconosciuta la capacità di imparare dalla propria esperienza. Questi torna ad essere considerato e a considerarsi “soggetto capace di”: esprimere considerazioni, punti di vista, volontà di scelta, conferendo nuovo senso al rapporto con gli altri, con se stesso e con l’ambiente.
Nel corso dell’esperienza maturata, l’équipe educativa concentra la propria attenzione pedagogica e intorno alla cornice relazionale, fra operatori ed ospiti, e intorno ad una di tipo contestuale. La creazione di un contesto vivibile significativamente destrutturato, costituito da regole, linguaggi, relazioni ed abitudini, permette di superare quei rischi di omologazione e oggettivizzazione, tipici dei contesti istituzionali-comunitari, obbligando ad una riconsiderazione costante dello spazio sulla base delle peculiarità di coloro che lo vivono. La soggettività di ciascuno non può essere infatti elusa, diventando, al contrario, elemento in grado di incoraggiare operatori ed operatrici alla co-costruzione di cornici, contesti, relazioni di senso. Dall’interno di una maggiore condivisione progettuale, di gestione e di valutazione, la stessa individuazione delle “regole” nasce dall’accordo con le persone ospitate. Nelle periodiche assemblee svolte all’interno degli appartamenti, queste subiscono aggiornamenti e ricondivisioni che si sviluppano parallelamente alle trasformazioni del quotidiano.
L’efficacia di un lavoro basato sulla relazione, sulla soggettività e sulla materialità dei luoghi abitati e attraversati, si può sviluppare solo accanto ad una significativa attenzione pedagogica sul gruppo . La condivisione di uno spazio di vita significativo si è dimostrata una buona cartina di tornasole entro cui hanno trovato espressione utili rispecchiamenti e identificazioni. L’Altro da sé, con il quale ciascun ospite condivide sovente trascorsi di fragilità, è continua occasione di riflessione circa le continuità e le discontinuità delle diverse esperienze umane, qui sperimentate nella materialità quotidiana, e costante scoperta e “messa alla prova” delle proprie differenze.
La stessa metodologia di intervento, nell’ambito di momenti di crisi, si delinea sulla base delle specificità dei percorsi in atto, della peculiarità delle persone coinvolte, delle presenze effettive negli appartamenti e del significato, contingente e particolare, assunto dalla criticità stessa. Nell’eventuale periodo di ricovero l'intervento non subisce alcuna immediata interruzione, venendo piuttosto modificato sulla base delle nuove esigenze espresse dalla persona, quanto della tipologia della struttura ospitante (SPDC, CRA), nonchè della gravità del ricovero in atto. Fra il servizio ospitante e l’equipe integrata viene sollecitato un confronto bilaterale circa il senso assunto dalla crisi, condizione non esclusivamente regressiva o negativa, e sull’opportunità di un prosieguo del percorso in RL, anche a seguito di un eventuale periodo di temporanea sospensione.
Il buon esito di un percorso in Residenzialità Leggera trova le proprie basi nella collaborazione dell’equipe educativa con il Centro Psicosociale e viceversa. Le trasformazioni che possono avvenire all’interno di un contesto terapeutico e trattamentale hanno bisogno di essere accompagnate entro un contesto educativo in cui possano effettivamente integrarsi e sperimentarsi. La con-presenza del medico, dell’assistente sociale e degli educatori, permette alla persona in carico di essere sempre al centro di una progettazione della quale, per essere protagonista, deve possedere e conoscere con costanza e puntualità ciascun aspetto, potendola valutare e significare in itinere. L’equipe educativa, in questo contesto, deve inoltre farsi garante di un tempo e di uno spazio in grado di accogliere e rispettare il diritto della persona di essere prima portavoce dei propri vissuti e dei significati che ad essa, di volta in volta, attribuisce.
La Residenzialità Leggera, con le sue diferenti cornici di senso, può essere considerata prezioso volano di sviluppo di una libertà consapevole e responsabile delle persone con sofferenza psichiatrica, capace di favorire le spinte autorealizzative del sé, di promouovere una positiva tensione alla responsabilità e alla contrattualità nell’utilizzo dei servizi.